Khongkong's Weblog

Archive for the ‘Politica Estera’ Category

Tutte le rivoluzioni hanno portato cambiamenti ? Penso di si !

Rivoluzione Industriale, Francese, Spagnola, etc……

Adesso cosa ci circonda,  come viviamo, quale futuro ?

Siamo contenti della politica, dei Nostri Politici ?

Siamo sicuri l’obiettivo della politica coincide con il nostro ?

Siamo sicuri che gli stipendi dei politici sono pochi ?

Siamo sicuri che i politici campano per il fine mese ?

Siamo sicuri che i politici hanno degli obiettivi per gli elettori ?

Siamo contenti dei nostri stipendi ?

Siamo contenti che tutto aumenta ? Invece il nostro potere di acquisto?

Siamo contenti del nostro vivere quotidiano ?

Siamo contenti del nostro amore ?

Siamo sicuri, che ci divertiamo ?

Siamo sereni ?

Siamo contenti dei nostri risparmi ?

Siamo contenti della sicurezza (stradale, urbana, quotidiana) ?

Siamo contenti dei nostri diritti e doveri ? Solo diritti, o doveri ?

Siamo contenti del nostro lavoro ?

Siamo liberi: di amare, di sognare, di ridere, di ballare, etc ?

Siamo nel presente, viviamo il presente, oppure viviamo pensando ad altro ?

Prego continuare ………….

Facciamo girare questo messaggio.

Cambiare, è possibile ! Dipende solo da Noi !

Dove nasce il federalismo tedesco?

La Germania è stata fondata nel 1871, molto tardi rispetto agli altri paesi dell’Europa, più tardi anche dell’Italia fondata nel 1860. Gli stati autonomi che allora formavano la Germania – la Prussia, la Baviera, la Sassonia e molti altri – continuavano ad esistere come entità amministrative con una notevole influenza sulla politica nazionale. Questo ordinamento federale della Germania è stato interrotto solo dallo stato rigidamente centralista dei nazionalsocialisti tra il 1933 e il 1945.
I 16 Länder nella loro forma attuale sono stati fondati per lo più dopo il 1945 tenendo in parte conto delle vecchie affinità di popolazioni e dei confini storici. Prima della riunificazione, la DDR (l’ex-Germania dell’est) era formata da 5 regioni, la Repubblica Federale (la Germania dell’ovest) aveva 10 regioni e Berlino (oggi la sedicesima regione) era spaccata in due tra Berlino-est e Berlino-ovest.
L’obiettivo dichiarato del federalismo tedesco è garantire sia l’unità verso l’esterno che la molteplicità all’interno.

La forza economica delle varie regioni

Le 16 regioni sono molto diverse tra di loro, per quanto riguarda superficie, risorse economiche e geografiche e popolazione. Di conseguenza è diversa anche la loro forza economica.

Quali sono i diritti di autonomia di ogni regione?

Ogni regione ha il diritto di darsi una propria Costituzione, ha un proprio governo, un parlamento eletto ogni 4 o 5 anni, un Presidente del Consiglio, dei ministri e ministeri. Il parlamento può emanare delle leggi regionali e dei decreti. La Costituzione regionale e le leggi non possono però in nessun caso essere in contrasto con leggi nazionali. Spesso le leggi nazionali determinano una cornice unitaria, all’interno della quale le regioni fanno quello che ritengono giusto.
Le autonomie riguardano soprattutto:

  • la scuola, le università, la cultura
  • la polizia
  • il diritto comunale
  • una parte del diritto tributario
  • legislazione (in collaborazione con lo stato) in molti campi
  • quasi tutto il lavoro di amministrazione interna

In molti campi, p.e. nell’economia, lo stato e le regioni agiscono insieme in propri spazi predefiniti. In sostanza, solo gli affari esteri, una parte del diritto tributario, il settore valutario e monetario, il traffico aereo, la dogana e le forze armate sono di competenza e amministrazione esclusiva dello stato. Tutti i tribunali, con eccezione della Corte Costituzionale e delle Corti superiori, sono di competenza dei Länder. Per garantire, nonostante tutte le diversità, una certa omogeneità indispensabile, p.e. nel settore scolastico o anche in altri campi, i Länder fanno degli accordi tra di loro che, una volta approvati, sono vincolanti per tutti.

Le tasse che si pagano sono suddivise in tasse che vanno al 100% allo stato, tasse che vanno direttamente alle regioni, quelle che vanno ai Comuni e quelle che vengono distribuite in vari modi tra queste tre entità federali. Chi incassa, gestisce anche autonomamente le spese, nella misura in cui le leggi (regionali e nazionali) lo permettono.

L’importanza dei Comuni

Anche i Comuni hanno dei propri spazi autonomi. La Costituzione della Germania garantisce espressamente l’autonomia amministrativa delle città. Il diritto comunale è di competenza dei Länder; le costituzioni comunali (p.e. anche il sistema elettorale) presentano grosse differenze tra una regione e l’altra, dovute anche a motivi storici. Lo spazio autonomo dei comuni riguarda soprattutto:

  • il traffico locale, la costruzione di strade
  • il rifornimento di elettricità, luce, gas, etc.
  • l’urbanistica
  • possibilità (regolata da leggi regionali) di applicare delle tasse e imposte proprie
  • costruzione e manutenzione di scuole ed ospedali, teatri, musei e campi sportivi
  • l’istruzione per adulti e l’assistenza ai giovani

Anche se i comuni possono applicare delle tasse e imposte proprie, la gestione dei compiti sopraindicati supera molto spesso le possibilità dei comuni. Per questo, i comuni possono chiedere aiuti al distretto, l’entità territoriale successiva o anche alla regione. La distribuzione delle entrate è comunque sempre in discussione.

Le regioni più forti devono aiutare quelli più deboli!

Ci sono delle regioni economicamente più forti e ricche rispetto alle altre (vedi anche la statistica sopra), in alcune regioni la disoccupazione è bassa, in altre è altissima, una crisi in un settore industriale può colpire duramente una regione, ma non le altre. Tutto questo crea squilibri tra le regioni e può influenzare il livello di vita dei loro abitanti. La costituzione della Germania dice esplicitamente che il Governo nazionale ha tra i suoi compiti l’omogeneizzazione delle condizioni di vita nelle varie parti della Germania. Per questo, ogni anno, secondo una chiave di distribuzione prestabilita (ma piuttosto complicata), le regioni più ricche devono aiutare economicamente quelle più deboli. Federalismo significa anche solidarietà e questo è uno dei motivi per cui il federalismo in Germania funziona piuttosto bene ed è accettato da tutti.

Lo strumento più forte dei Länder è invece il “Bundesrat”

Il “Bundesrat“, la seconda camera del Parlamento, è una rappresentanza delle regioni. Questa camera ha 68 deputati che non sono eletti direttamente dal popolo, ma sono rappresentanti delegati dai governi delle regioni. Il numero di deputati di ogni regione dipende dalla sua grandezza, sono comunque molto avvantaggiate le regioni piccole: la regione Brema con ca. 700.000 abitanti ha 3 deputati, la Regione di Nordreno-Vestfalia con quasi 18 milioni di abitanti ha 6 deputati. deve essere coinvolta nella legislazione in tutti i casi in cui una legge tocca gli interessi regionali (in pratica nel 70-80% dei casi). Una tale legge passa solo se viene approvata non solo dalla prima camera, il “Bundestag”, ma anche dal “Bundesrat”. In questo modo, le regioni hanno una notevole influenza sugli affari dello stato.

  • Nelle votazioni del Bundesrat, l’interesse dei Länder prevale spesso sugli interessi di partito, né i partiti di Governo, né quelli di opposizione (nella prima camera nazionale) possono essere sicuri che un Governo regionale formato dallo stesso partito ne segua tutte le direttive. Succede spesso che le alleanze del Bundesrat cambiano a secondo dell’interesse regionale toccato.
  • Dato che un cambiamento nel Governo di una regione cambia automaticamente la rappresentanza di quel Governo regionale nel Bundesrat può succedere che il partito di maggioranza nella prima camera vada in minoranza nella seconda camera (o viceversa). Ma questo non significa impossibilità di governare: le regioni sono molto orgogliose delle loro autonomie e l’esito di una votazione nel Bundesrat è spesso meno scontato di uno nella prima camera, nel “Bundestag“.
  • Il Presidente del Bundesrat è per legge il Vicepresidente della Repubblica Federale. Dato che il Presidente del Bundesrat cambia, secondo un turno prestabilito, ogni anno, anche alle regioni più piccole tocca regolarmente questo incarico molto importante dello stato federale.

E’ una grande rivoluzione, siamo preparati ?

Non sarebbe opportuno formarsi prima,  capire, e approfondire ! Lascio a Voi …. La risposta !!!


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La Georgia irrigidirà le procedure per il rilascio di visti ai cittadini russi dopo la decisione del Cremlino di riconoscere due regioni ribelli georgiane. Lo ha annunciato oggi il governo di Tbilisi.

Finora ai cittadini russi veniva garantito il visto per entrare nella vicina Georgia alla frontiera.

Ma dall’8 settembre i russi potranno ottenere il visto solo nei consolati e negli uffici diplomatici georgiani, come si legge in un comunicato del ministero degli Esteri.

Chi richiede il visto dovrà fornire una lettera di invito e i visti potranno essere rilasciati per motivi familiari, di affari o per ragioni umanitarie.

Ieri Tbilisi ha deciso di interrompere le relazioni diplomatiche con Mosca dopo il riconoscimento di Ossezia del Sud e Abkhazia.

Il ministero degli Esteri ha detto che informerà l’ambasciatore russo della decisione di tagliare i rapporti diplomatici per iscritto prima di richiamare i suoi diplomatici da Mosca. La Russia a sua volta ha annunciato la chiusura dell’ambasciata a Tbilisi.

La crisi tra Mosca e Tbilisi è esplosa questo mese quando la Georgia ha inviato le proprie truppe in Ossezia del Sud per riprendere il controllo della provincia ribelle, scatenando una massiccia controffensiva russa, fortemente criticata dalla comunità internazionale.


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Come non perdere telefonate

La tensione tra Russia e Stati Uniti? E’ destinata a crescere. Le accuse di Vladimir Putin di un coinvolgimento americano nell’attacco georgiano contro l’Ossezia del Sud ? Un messaggio del Cremlino a John Maccain: non ti sognare di seguire la strada del tuo predecessore contro di noi, nel caso in cui fossi eletto alla Casa Bianca. Il prossimo obiettivo (politico, non militare) di Mosca ? L’Ucraina, ovviamente. Robert McMahon, giornalista, è il vicedirettore della rivista web del Council of Foreign Affairs, una delle più importanti istituzioni mondiali nel campo dell’analisi della politica internazionale. Da Washington, ora Mcmahon, dopo anni sul campo nell’Europa Orientale, monitora tutte le mosse di Mosca. E non è sorpreso della piega presa dagli avvenimenti.

Tbilisi rompe le relazioni diplomatiche con Mosca e si fa più concreto lo spettro di una nuova guerra fredda fra Russia e Usa, mentre i russi invitano l’Europa a una posizione “obiettiva” e distinta da Washington.

Le repubbliche secessioniste georgiane di Ossezia del sud e Abkhazia premiano il riconoscimento russo della loro indipendenza con l’offerta di basi militari (l’Ossezia vorrebbe firmare il 2 settembre) e il ministero degli esteri russo ammonisce la Nato con toni apocalittici: i suoi tentativi di esercitare pressioni sulla Federazione russa potrebbero portare a “conseguenze irreversibili sul piano militare-politico”.

RAPPORTI RUSSIA-NATO. Diversa è la valutazione russa sulle “pressioni” dell’Alleanza atlantica: la condanna del riconoscimento di Mosca per l’indipendenza di Abkhazia e Ossezia del sud “è un tentativo di interpretare il diritto internazionale nello spirito dei doppi standard”, ha detto Nesterenko. Sono “infondate” le accuse Nato di violazioni russe del diritto internazionale, è piuttosto l’interpretazione Nato ad essere “selettiva e politicamente motivata”. Altrettanti strali merita il Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove nonostante le insistenze moscovite il boicottaggio americano, britannico e francese ha impedito ieri ai rappresentanti abkhazi e sudosseti di partecipare a una riunione dedicata alla crisi georgiana: mettendo sul tavolo “l’ipocrisia e i doppi standard degli stati occidentali” che nel caso del Kosovo “non avevano aperto bocca”.

RAPPORTI RUSSIA-EUROPA. In nome di una partnership economica che a detta del portavoce del ministero degli esteri Andrei Nesterenko  è “alla vigilia di una grande svolta positiva”, con un aumento dell’interscambio e degli investimenti reciproci che “hanno superato ogni aspettativa”. Russia ed Europa devono “operare insieme per la soluzione dei problemi mondiali: dalla diffusione delle armi di sterminio di massa, ai problemi dei cambiamenti globali del clima. Riponiamo le nostre speranze nell’obiettività e razionalità dei dirigenti dei paesi membri dell’Ue”.


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