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Software di analisi forense per dispositivi mobili Nokia che consente di scoprire quante più informazioni possibili sulle attività di quest’ultimi. Lo stato della batteria, i messaggi inviati e ricevuti, il numero IMEI, etc. Funziona anche su PDA e Pocket PC e su tutti i sistemi operativi Windows.

Periferiche

Posted on: 5 agosto 2008

Storia delle Periferiche

Una memory card, o scheda di memoria, è un dispositivo elettronico portatile di ridotte dimensioni in grado di immagazzinare dati in forma digitale e di mantenerli in memoria anche in assenza di alimentazione elettrica. A tale scopo utilizza una memoria flash (memoria non volatile) contenuta al suo interno.

Le schede di memoria vengono utilizzate per due fini: per il salvataggio di dati di gioco nelle console e per memorizzare file (musica, immagini o altro) su periferiche portatili.

Ne esistono vari tipi: alcuni sono “proprietari“, ovvero funzionano solo sui dispositivi elettronici per i quali sono stati progettati (come ad esempio le memory card per le PlayStation), mentre altri sono compatibili con una grande varietà di dispositivi elettronici, rendendo così possibile lo scambio di dati tra di essi.

Le schede di memoria sono da considerarsi un’evoluzione dei classici floppy disk utilizzati in passato per trasferire dati da un computer all’altro, rispetto ai quali hanno due fondamentali vantaggi: la non influenzabilità da parte dei campi magnetici, e l’enorme capacità di memoria rispetto ai floppy. Anche la più piccola tra le memory card oggi in commercio, infatti, con una capacità di appena 16 o 32 MB, può contenere l’equivalente dei dati contenuti rispettivamente in 11 o 22 classici floppy, con un ingombro notevolmente inferiore.

L’utilizzo di schede di memoria riduce anche considerevolmente il costo per megabyte: un floppy da 1.44 MB che costi 50 centesimi di euro ha un costo per MB di 35 centesimi, contro gli 0,98 di una memory card da 512 MB (costo intorno ai 5 euro) e gli 0,54 centesimi di una card da 4 GB

MultiMediaCard

La MultiMediaCard (MMC) è stato uno dei primi standard di memory card a comparire sul mercato, insieme alle SmartMedia. È meno soggetta agli urti perché più robusta. Ha la stessa forma e la stessa piedinatura delle successive Secure Digital (SD), con le quali è compatibile: una MMC entra in uno slot per una SD, ma non è vero il contrario, perché le SD sono più spesse. Alcuni lettori MP3 non supportano le MMC perché queste, a differenza delle SD, non supportano i contenuti criptati. Inoltre le MMC, a differenza delle SD, non hanno lo switch che permette di proteggerle dalla scrittura.

RS MMC

Esiste anche una versione di MMC di dimensioni ridotte, chiamata RS-MMC (Reduced Size MultiMedia Card), del tutto identica nelle specifiche alla MMC classica, tranne che per le dimensioni, ridotte di circa la metà. Questo tipo di memory card è stato introdotto nel 2004. Attraverso un adattatore che serve semplicemente ad estendere le dimensioni della card le RS-MMC possono essere usate in qualsiasi slot per MMC (o SD). Attualmente sono disponibili in vari formati che possono arrivare fino a un massimo di 8 GB. Questo tipo di card è molto usato dalla Nokia nei suoi smartphone della Serie 60 e dalla Siemens.
DV RS MMC o MMCmobile

Le nuove carte RS-MMC, usate nei cellulari Nokia più recenti (come il Nokia 6630, il 6680 e l’N70), utilizzano un voltaggio più basso (1.8 V invece di 3 V) per ridurre il consumo della batteria. Queste card RS MMC a basso voltaggio sono conosciute come Dual-Voltage Reduced-Size MMC (DV RS-MMC), e possono essere messe in commercio come MMCmobile quando soddisfano gli standard per le cards MMCmobile. Questi dispositivi di memoria sono compatibili con le vecchie RS-MMC.

MMC Micro

In alcuni cellulari sono state utilizzate, viste le ridotte dimensioni, le schede MMC micro, che con un apposito adattatore possono essere lette nei lettori di MMC. Sono poco diffuse come tipologie di schede, essendo utilizzate solo su alcuni modelli di cellulari Samsung come il d730. La scheda appare molto simile alla MicroSD ma risulta essere tuttavia incompatibile per pin e dimensioni fisiche. Anche la MMC micro sfrutta la tecnologia dual voltage

Caratteristiche

  • dimensioni: 30 x 23 x 1,4 mm (RS-MMC: 18 x 24 x 1,4 mm) (MMC mbile: 14mm x 11mm x 1.1mm)
  • velocità trasferimento dati: fino a 2,5 MB/sec
  • resistenza alle vibrazioni: 15 g
  • resistenza agli urti: 1000 g
  • consumo di corrente: max 60 mA
  • alimentazione: 2,7 – 3,6 V

CompactFlash

Questo tipo di supporto venne realizzato nel “lontano” 1994 dalla SanDisk. La card si basa sullo standard PCMCIA (Personal Computer Memory Card International Association) e può essere utilizzata attraverso un adattatore meccanico negli slot di PC Card presenti su buona parte dei computer portatili. Hanno una dimensione di 43 x 36 mm e sono state prodotte secondo due fattori di forma: Tipo I con spessore di 3,3 mm e Tipo II con spessore di 5 mm. Hanno un peso che varia tra gli 8 ed i 12 grammi. Le capacità iniziali non superavano i 200 Mb per le Tipo I e i 300 Mb per le II, ma ora possono raggiungere i 16GB. Utilizzano una connessione a 50 pin ad inserimento meccanico. Nel corso degli anni a queste due tipologie se ne è aggiunta una terza chiamata Ultra Compact Flash (attualmente Ultra II e Ultra III con capacità fino a 16 GB), che ha un transfer-rate doppio rispetto alle tradizionali card (10 MB/s per le Ultra II e 20MB/s per le Ultra III). Quest’ultimo supporto venne creato principalmente per la registrazione di sequenze fotografiche ad alta risoluzione, ed ha rappresentato un ottimo compromesso fino all’entrata sul campo di formati più innovativi. Inoltre, per aumentarne la diffusione sono stati introdotti una serie di lettori/adattatori che permettono l’utilizzo su porta USB o direttamente attraverso floppy drive.

SmartMedia

Supporto inizialmente chiamato SSFDC (solid-state floppy disk card), sviluppato da Toshiba. Dimensionalmente è simile alle CompactFlash (45 x 37 mm), ma risulta essere decisamente più sottile raggiungendo lo spessore di circa 1 mm (0,76 mm per la precisione). Sono anche più leggere visto che il loro peso arriva a circa 2 grammi. Utilizzano una connessione a 22 pin ad inserimento meccanico. A differenza delle Compact Flash non contengono un controller integrato; la logica di controllo è infatti spostata verso il dispositivo che funge da lettore. Inoltre, è possibile leggere e scrivere dei blocchi di memoria piuttosto piccoli (256- 512 bytes), permettendo una migliore organizzazione e gestione delle informazioni. Fisicamente, però, risultano meno robuste rispetto alle CF e con spazi di memorizzazione generalmente inferiori. Inoltre, almeno inizialmente, il rapporto spazio/costo è stato sfavorevole per questo tipo di supporti che vennero utilizzati su dispositivi con grande integrazione dove era necessario limitare l’ingombro. Presentano un transfer-rate che arriva a 3,5 Mb/s. Hanno il grosso difetto che non è possibile creare supporti SM con capacità superiore a 128Mb.

MultiMediaCard e TwinMOS-MMC

L’arrivo di questo tipo di memory card rappresenta una vera svolta. Nascono nel 1997 da una collaborazione tra SanDisk e Samsung le quali puntarono ad un supporto poco ingombrante e sottile. In effetti il risultato è di tutto rispetto visto che le dimensioni sono simili a quelle di un francobollo(24 x 32 mm) per uno spessore di soli 1,4 mm. Pesano meno di 2 grammi. La velocità di lettura e scrittura è doppia rispetto alle CF e già nel 2002 offrono capacità fino a 128 Mb. Un’altra novità è il tipo di collegamento che non è più a pin ma è costituito da contatti meccanici (7 linee) decisamente più versatili e meno inclini a danneggiarsi. Infine presentano la possibilità di cifrare il contenuto informativo, cosa che risulta particolarmente interessante tant’è che nasce una associazione chiamata MMCA (MultiMedia Card Association) di cui fanno parte importanti produttori come HP, Siemens, Palm per promuovere l’utilizzo di questo supporto nella distribuzione di materiale protetto da copyright. In genere raggiungono un transfer rate di circa 2,5 Mb/s.

Memory Stick

Rappresentano una soluzione completamente proprietaria nata in casa Sony. Anche questo tipo di memoria utilizza, come per i precedenti dispositivi di tipo flash, un contenitore fatto di materiale plastico particolarmente resistente agli urti. La novità rispetto agli altri supporti è che presentano un selettore per evitare la cancellazione accidentale del dispositivo. Hanno dimensioni di 21,5 x 50 mm con spessore di poco inferiore ai 3 mm. Pesano circa 4 grammi e utilizzano una contattiera a 10 linee. Hanno subito un’evoluzione prettamente dimensionale che ha portato alla nascita di un nuovo supporto chiamato MemoryStick Duo. Le dimensioni si riducono raggiungendo i 20 x 32 mm con uno spessore di 1,6 mm. Funzionalmente però rimangono praticamente identiche al formato precedente. Teoricamente secondo il progetto di Sony potrebbero raggiungere capacità di 32 Gb, ma sul mercato sono reperibili quelle che arrivano a 8 Gb. Il transfer rate va da 15 Mb/s a 160 Mb/s.

SD

Questa tecnologia nasce nel 1999 e viene sviluppata in un progetto congiunto da Matsushita, Toshiba e SanDisk. Fondamentalmente concentra le migliori caratteristiche di tutti gli altri supporti. Hanno un transfer-rate molto elevato ed un consumo energetico ridotto (in Sleep = 250 uA, Lettura / Scrittura = 80 mA). Sono di dimensioni molto contenute (32 x 24 mm per 2,1 mm di spessore), hanno un collegamento a contatti metallici (9 linee) e pesano circa 2 grammi. Offrono capacità di memorizzazione elevate (attualmente sono disponibili i tagli da 32 GB) e funzionalità di cifratura del contenuto, con un transfer-rate che raggiunge i 22,5Mb/s nelle nuove 150x. Presentano, inoltre, un selettore per renderle read-only al fine di evitare la cancellazione accidentale dei dati. Sul mercato è stata presentata anche una card con un fattore di forma ridotto chiamato MiniSD messa a punto per venire incontro alle esigenze del mercato della telefonia cellulare. Queste card hanno dimensioni pari a 21,5 x 20 mm per uno spessore di 1,4 mm ed un peso di 1 grammo. Permettono di raggiungere degli ottimi livelli di risparmio energetico arrivando a consumare appena 150 uA in sleep mode, 40 mA in lettura e 50 mA in scrittura. I tagli attualmente disponibili arrivano a 2 GB. Raggiungono un transfer-rate massimo di 10 Mb/s. Esistono anche schede di tipo microSD o TransFlash (dimensioni di 15 per 11 per 1 mm). Ultra II SD è disponibile fino alla capacità di 4 GB ed è dotata di un’interfaccia USB. È possibile connettere la memoria direttamente a una porta USB senza la necessità di un card reader.

MicroSD

La MicroSD (precedente TransFlash) è un memoria flash dalle dimensioni ridottissime (15 x 11 x 1 millimetri), semi-rimovibile basata sullo standard delle miniSD, questo nuovo tipo di card viene utilizzata da molti telefoni di recente uscita, tra i quali tutti i nuovi Motorola con slot integrato. Esiste con capienza fino a 8 GB. Per le difficoltà di gestione date le ridottissime dimensioni la TransFlash è un prodotto che molto probabilmente sarà supportato solo da produttori di telefonia mobile, ma dato l’incremento di capacità molto probabilmente sarà adottato anche nei palmari. Nel luglio 2005 le TransFlash sono state adottate ufficialmente dalla SDA (SD Card Association) diventando le microSD.

xD-Picture Card

Le xD-Picture Card hanno un peso di soli 2 grammi ed insieme alle transFlash risultano le memorie flash più piccole disponibili oggi sul mercato, grazie alle sue dimensioni 20 x 25 x 1,7 mm. La xD Picture Card e stata sviluppata dalla Olympus e prodotta da Toshiba per rimpiazzare l’oramai datato formato delle SmartMedia. Il formato xD è stato creato pensando alla futura generazione di macchine fotografiche, che hanno sempre più bisogno di maggiori capacita di trasferimento dati e capacita di memorizzazione, tutto in formati sempre più piccoli. Questo formato ha avuto un rapidissimo processo di evoluzione; agli inizi, le xD-picture Card avevano dimensioni di 16MB, attualmente arrivano anche a 2GB e in futuro potranno raggiungere dimensioni di 8GB. Read/Write Speeds: agli inizi con le schede da 16/32 MB avevano un transfer/rate di 1.3MB/sec oramai sono arrivati a velocità come 5MB/sec diventando cosi uno dei formati più veloci
Chiave USB, o Penna USB, o Pendrive

Una chiave USB, o penna USB, o pendrive, è una memoria di massa portatile di dimensioni molto contenute (qualche centimetro in lunghezza e intorno al centimetro in larghezza) che si collega al computer mediante la comune porta USB.

Nella chiave USB i dati sono memorizzati in una memoria flash, tipicamente di tipo NAND, contenuta al suo interno. Attualmente la capacità di memoria delle chiavi USB va da 512 megabyte in su. La capacità è limitata unicamente dalla densità delle memorie flash impiegate, con il costo per megabyte che aumenta rapidamente per alte capacità.

Funzionamento

Il protocollo per il trasferimento dei dati dal computer alla chiavetta, e viceversa, è un protocollo standard denominato USB Mass Storage protocol. Tale standardizzazione ha incoraggiato l’inclusione dei driver di supporto e di inclusione nel file system locale da parte dei produttori di sistemi operativi quali Windows, Mac OS X e Linux.

Inizialmente la velocità di lettura/scrittura della memoria flash contenuta nella chiavette era molto bassa, “frenata” proprio dalla ridotta banda passante dell’interfaccia USB, che nella sua versione originale, la 1.1, è di 12 Mbit/s. Recentemente invece quasi tutte le chiavette di nuova costruzione utilizzano la più veloce versione 2.0, perfettamente retrocompatibile con la versione 1.1, e dotata di una banda passante di 480 Mbit/s.

È da precisare però che la velocità di scrittura non dipende solo dall’interfaccia utilizzata, ma anche dal tipo di memoria flash utilizzata, e dalla eventuale presenza di microchip dedicati all’interno della chiavetta stessa. Esistono a questo proposito in commercio alcune chiavette che contengono un piccolo microprocessore dedicato ad ottimizzare il processo di lettura/scrittura sulla memoria flash. Ovviamente la maggiore complessità di queste soluzioni relegano per il momento questi “bolidi” ad un mercato professionale di fascia alta con esigenze specifiche.

Grazie alle dimensioni ridotte, all’assenza di meccanismi mobili (al contrario degli hard disk comuni) che lo rende molto resistente, alle sempre crescenti dimensioni della memoria e alla sua interoperabilità la chiavetta si sta configurando, accanto ai CD e ai DVD come unità preferita da un crescente numero di consumatori per il trasporto fisico di dati. Si tenga inoltre in considerazione il fatto che il numero di scritture che una memoria flash può supportare non è illimitato, seppur molto alto (oltre 100.000 cicli di scrittura).

Pro e contro

Nel download o upload di dati la chiavetta USB è il supporto con il minore ingombro (sta in tasca) più veloce: supera in velocità di lettura e scrittura i CD-ROM e DVD-ROM, ma è più lento delle componenti interne del computer (memoria cache, RAM e Hard Disk). Attualmente sono in commercio chiavette USB da 32 GB e sono state testate (Aprile 2008) altre da 64 Gb.

Altro vantaggio è la sua versatilità, tutti i sistemi operativi moderni infatti non richiedono l’installazione di driver per riconoscere le chiavi USB.

Un aspetto negativo è il fatto che dopo un lungo periodo di utilizzo, la memoria presente nella chiavetta si riduce gradualmente. In questo caso basta formattare la chiavetta per riavere a disposizione lo spazio originario.

it.wikipedia.org/wiki/Periferica

assistenzafree.com/…/disinstallare-periferiche-inesistenti.html

http://www.infinito.it/homepage

http://www.dbannunci.it/?catid=49

trucchi.swzone.it/swztips.php?action=tips&id=260

www.ciao.it/Periferiche_178035_252k

www.freeshop.sm/Memory_card-905.htm

Storia del Bluetooth

è una specifica industriale per reti personali senza fili (WPAN: Wireless Personal Area Network). Fornisce un metodo standard, economico e sicuro per scambiare informazioni tra dispositivi diversi attraverso una frequenza radio sicura a corto raggio. Bluetooth cerca i dispositivi entro un raggio di qualche decina di metri, tali dispositivi sono coperti dal segnale e li mette in comunicazione tra di loro. Questi dispositivi possono essere ad esempio palmari, telefoni cellulari, personal computer, portatili, stampanti, fotocamere digitali, console per videogiochi.

La specifica Bluetooth è stata sviluppata da Ericsson e in seguito formalizzata dalla Bluetooth Special Interest Group (SIG). SIG, la cui costituzione è stata formalmente annunciata il 20 maggio 1999, è un’associazione formata da Sony Ericsson, IBM, Intel, Toshiba, Nokia e altre società che si sono aggiunte come associate o come membri aggiunti.

Il nome è ispirato a Harald Blåtand, re Aroldo I di Danimarca [1], abile diplomatico che unì gli scandinavi introducendo nella regione il Cristianesimo e conosciuto con il soprannome di Dente blu poiché ghiotto di mirtilli. Gli inventori della tecnologia devono aver ritenuto che fosse un nome adatto per un protocollo capace di mettere in comunicazione dispositivi diversi (così come il re unì i popoli della penisola scandinava).

Questo standard è stato progettato con l’obiettivo primario di ottenere bassi consumi, un corto raggio di azione (da 1 a 100 metri) e un basso costo di produzione per i dispositivi compatibili.

Lo standard doveva consentire il collegamento wireless tra periferiche come stampanti, tastiere, telefoni, microfoni, ecc, a computer o PDA o tra PDA e PDA. Attualmente più di un miliardo di dispositivi montano un’interfaccia Bluetooth[2].

I telefoni cellulari che integrano chip Bluetooth sono venduti in milioni di esemplari e sono abilitati a riconoscere e utilizzare periferiche Bluetooth in modo da svincolarsi dei cavi. BMW è stato il primo produttore di autoveicoli a integrare tecnologia Bluetooth nelle sue automobili in modo da consentire ai guidatori di rispondere al proprio telefono cellulare senza dover staccare le mani dal volante. Attualmente molti altri produttori di autoveicoli forniscono di serie o in opzione vivavoce Bluetooth che integrati con l’autoradio dell’automobile permettono di utilizzare il cellulare mantenendo le mani sul volante a quindi aumentando la sicurezza della guida.

Comunque lo standard include anche comunicazioni a lunga distanza tra dispositivi per realizzare delle LAN wireless. Ogni dispositivo Bluetooth è in grado di gestire simultaneamente la comunicazione con altri 7 dispositivi sebbene essendo un collegamento di tipo master slave solo un dispositivo per volta può comunicare con il server. Questa rete minimale viene chiamata piconet. Le specifiche Bluetooth consentono di collegare due piconet in modo da espandere la rete. Tale rete viene chiamata scatternet. Dispositivi in grado di gestire due piconet e quindi in grado di fare da ponte tra le due reti dovrebbero apparire nei prossimi due anni. Ogni dispositivo Bluetooth è configurabile per cercare costantemente altri dispositivi e per collegarsi a questi. Può essere impostata una password per motivi di sicurezza se lo si ritiene necessario.

Il protocollo Bluetooth lavora nelle frequenze libere di 2,45 Ghz. Per ridurre le interferenze il protocollo divide la banda in 79 canali e provvede a commutare tra i vari canali 1600 volte al secondo. La versione 1.1 e 1.2 del Bluetooth gestisce velocità di trasferimento fino a 723,1 kbit/s. La versione 2.0 gestisce una modalità ad alta velocità che consente fino a 3 Mbit/s. Questa modalità però aumenta la potenza assorbita. La nuova versione utilizza segnali più brevi e quindi riesce a dimezzare la potenza richiesta rispetto al Bluetooth 1.2 (a parità di traffico inviato).

Bluetooth non è uno standard comparabile con il Wi-Fi dato che questo è un protocollo nato per fornire elevate velocità di trasmissione con un raggio maggiore, a costo di una maggior potenza dissipata e di un hardware molto più costoso. Infatti il Bluetooth crea una personal area network (PAN) mentre il Wi-FI crea una local area network. Il Bluetooth può essere paragonato al bus USB mentre il Wi-FI può essere paragonato allo standard ethernet.

Le versione 1.0 e 1.0B sono afflitte da molti problemi e spesso i prodotti di un costruttore hanno grosse difficoltà nel comunicare con il prodotto di un’altra società. Tra lo standard 1.0 e 1.0B vi sono state delle modifiche nel processo di verifica dell’indirizzo fisico associato a ogni dispositivo Bluetooth. Il vecchio metodo rendeva impossibile rimanere anonimi durante la comunicazione e quindi un utente malevole dotato di uno scanner di frequenze poteva intercettare eventuali informazioni confidenziali. La versione B apportò anche delle modifiche alla gestione dell’ambiente Bluetooth in modo da migliorare l’interoperabilità. Bluetooth 2.0:

La nuova versione è retrocompatibile con tutte le precedenti versioni e offre i seguenti miglioramenti:

  • Evita di saltare tra i canali per ragioni di sicurezza. Commutare tra i canali per aumentare la sicurezza non è una buona strategia, risulta relativamente semplice controllare tutte le frequenze simultaneamente, la nuova versione del Bluetooth utilizza la crittografia per garantire l’anonimato.
  • Supporta le trasmissioni multicast/broadcast, consente la trasmissione di elevati flussi di dati senza controllo degli errori a più dispositivi simultaneamente.
  • Enhanced Data Rate (EDR) porta la velocità di trasmissione fino a 3 Mbit/s[3].
  • Include una gestione della qualità del servizio.
  • Protocollo per l’accesso a dispositivi condivisi.
  • Tempi di risposta notevolmente ridotti
  • Dimezzamento della potenza utilizzata grazie all’utilizzo di segnali radio di minore potenza

Due sono gli sviluppi di maggiore interesse: Voice over IP (VoIP) e Ultra wideband (UWB).

La tecnologia Bluetooth costituisce parte fondamentale nello sviluppo del VoIP. Oggi viene già impiegata nei microfoni usati come estensioni wireless dei sistemi audio dei cellulari e dei PC. Dato l’incremento in popolarità e nell’uso del VoIP, il Bluetooth potrebbe essere utilizzato nei telefoni cordless e cellulari per la connessione a Internet per effettuare una chiamata VoIP.

www.wikipedia.it

bluetooth.interfree.it/bluetooth1.htm

www.bluetooth.org

wiki.ubuntu-it.org verifica prodotti bluetooth

www.manuali.it/ricerca/driver+isscbta+bluetooth.htm


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