Khongkong's Weblog

Posts Tagged ‘petrolio

Il ragionamento del governo è semplice: per rinvigorire l’economia è necessario rilanciare i consumi delle famiglie. Numerosi dunque i provvedimenti che vanno in tal senso. In primis la social card per i generi di prima necessità che verrà presentata oggi: verrà caricata con 40 euro al mese (a dicembre 120 euro, con retroattività da ottobre). Ne usufruiranno i pensionati di almeno 65 anni e con una pensione annua non superiore a 6mila euro e le famiglie con bambini da 0 a 3 anni. In più, pronto un bonus una tantum tra i 150 e gli 800 euro (subito in busta paga) per le famiglie con reddito inferiore a 20mila euro: importi diversi a seconda della composizione del nucleo familiare. Intervento anche sulle bollette: sconti da 60 a 135 euro annui per famiglie con reddito inferiore a 25mila euro. Sulle tariffe di elettricità, gas, ferrovie e autostrade, invece, il discorso è tutto in divenire: dopo l’iniziale proposta di un blocco annuale, ieri il ministro dello Sviluppo economico Scajola ha annunciato che – in seguito a un calo nei prezzi del petrolio – un congelamento sarebbe svantaggioso: le tariffe sono destinate a calare comunque (a gennaio -1% il gas, -4% la luce). Per il periodo natalizio, poi, è pronto un taglio temporaneo delle accise sui carburanti, per andare incontro a chi utilizza l’automobile per lavoro. Infine, un occhio anche a chi non riesce a far fronte alle rate del mutuo sulla prima casa: allo studio aiuti diretti per calmierare gli interessi grazie al fondo di garanzia istituito presso la Cassa depositi e prestiti.


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Tokyo – Un finale da tregenda. Chiusura di settimana da dimenticare per le principali Borse di Asia e Pacifico, in controtendenza con lo slancio finale di Wall Street della vigilia che aveva chiuso a +2%. Tokyo ha lasciato sul campo il 9,6% (affondata dal calo della Sony, che ha drasticamente ridotto anche le stime per l’intero esercizio), Seul il 10,5% e Hong Kong il 4,66%. E l’Europa si prepara a un nuovo venerdì nero. Apertura in forte calo per le principali Borse del Vecchio Continente penalizzate dal crollo dei listini asiatici.

L’Europa in rosso Cadono in chiusura di settimana i listini europei, sulla scia del tonfo delle borse asiatiche e con i future su Wall Street in ribasso. Mentre avanza lo spettro della recessione che inchioda i titoli del comparto industriale per i timori sui risultati di fine anno, cedono ancora le banche e segna il passo l’energia dopo il tonfo delle quotazioni del greggio. L’indice Stoxx 50 relativo ai titoli maggiormente capitalizzati dell’area dell’euro lascia sul campo il 5%, con Renault in calo del 10% a Parigi, Siemens dell’8,65% a Francoforte. Il Dax a metà mattina cede il 7,70%. Ribassi molti significativi anche per Amsterdam (-7,31%), Madrid (-6,4%), Parigi (-6,4%), Londra (-6,5%) e Zurigo (-5,40%). Anche Milano peggiora in sintonia con gli altri listini europei sull’onda di dati sull’economia britannica che hanno evidenziato una contrazione del pil superiore alle attese nel terzo trimestre. Il Mibtel cede il 5,42%. Intesa SanPaolo si conferma in coda al listino principale con una perdita del 10,6%. Pesanti anche Monte Paschi (-8,38%) e UniCredit (-7,82%).

Gb in recessione Ora c’è l’ufficializzazione dell’agenzia statistica: per la prima volta dal 1992 l’economia della Gran Bretagna è piombata in recessione tecnica. Nel terzo trimestre il pil del Regno ha accusato una nuova contrazione, lo 0,5 per cento rispetto al periodo precedente che a sua volta aveva segnato una flessione. In picchiata la Borsa di Londra e la sterlina.

Euro precipita Euro in picchiata. La moneta unica scivola sotto quota 1,26 dollari, passando di mano a 1,2593 dollari, dopo essere sceso fino a 1,2583, e tocca i minimi da sei anni nei confronti dello yen a 117,21.

Petrolio ai minimiIil petrolio accentua le perdite, in un mercato sempre più in balia della speculazione ribassista e del timore di un calo della domanda di riflesso alla crisi economica globale. A Londra il future dicembre sul Brent cede il 3,81% a 63,41 dollari, dopo un minimo toccato a 62,66. Sul circuito del Nymex l’analoga consegna di riferimento sul Wti perde il 3,71% a 65,32 dollari dopo un minimo di 64,65.

Asia male I mercati orientali hanno scontato l’ulteriore rafforzamento dello yen sul dollaro, che penalizza i grandi esportatori di auto ed elettronica, accusando anche i segnali di recessione provenienti dalla Corea, mentre i rendimenti dei titoli di stato sono ormai sui massimi. Segno evidente che la crisi finanziaria degli Usa si sta trasferendo velocemente a est, trasformandosi nell’area in crisi economica totale. Questi gli indici dei titoli guida delle principali piazze finanziarie di Asia e Pacifico: Tokyo -9,60%, Hong Kong -4,66%, Shanghai -2,46%, Taiwan -3,19%, Seul -10,57%, Sidney -2,64%, Bombay -7,14%, Singapore -7,55%, Kuala Lumpur -3,38%, Bangkok -5,43%, Giakarta -6,59%.

8 Giugno 2007

Cade Wall Street, perde il 2%. Sulle banche che hanno cartolizzato circa il90% dei mutui subprime, inizia a persare la crisi del Real Estate.

L’Anatomia del Disastro:

1) Il basso costo del denaro che fa caratterizzato l’era di Greenspan, facilita l’emissione di mutui a basso interesse. Le banche sicure di tutelarsi mediante cartolarizzazioni, erogano prestiti senza valutare la solvibilità dei mutuatari.

(Un piccolo esempio sono stato a Las Vegas 5 anni fa, vidi un venditore di auto,i clienti acquistavano l’auto ed iniziavano a pagare la prima rata dopo 4 anni. Vi rendete conto che casino hanno combinato questi americani ? Ecco le conseguenze.

2)

Con i tassi cosi’ bassi si assiste all’esplosione dei mutui della casa, (la borsa inizia correre). I prestiti garantiti da Fannie Mae e Freddie Mac i colossi nel  housing market raggiungono la cifra astronomia di 5.3 triliardi di dollari a giugno 2007.

3)

Il sistema si inceppa quando iniziano ad aumentare i tassi di interesse, con conseguente aumento delle rate dei mutui, cosi’ iniziano le insolvenze. Nel frattempo i prezzi delle case iniziano a scendere. Primi problemi per le emissioni garantite dal real estate.

4)

I mutuatari hanno visto le rate mensili aumentare verso l’alto, aumentano i pignoramenti. Con il valore delle case che diminuisce il pignoramento non riesce a recuperare la somma erogata.

La crisi dei mutui aumenta a vista d’occhio.

5)

I mutui attraverso la cartolarizzazione sono stati divisi in titoli Abs, Cdo, che diventano titoli di scarso valore. Carta che però è finita in carico in moltissime istituzioni finanziarie. Il contagio si allarga a macchia di olio, e contagia il mercato monetario e finanziario.

Il 9-9-08  vediamo i Titoli delle maggiori banche quanto valevano:

Titolo       Var.giornaliera                   Var. inizio anno

Lehman: -45%                                      -88,20%

Merril Lynch: -10%                                   -53%

Citigroup: -7,10%                                     -35,4%

Goldaman Sachs: -4,75%                         -25%

Morgan Stanley: -7%                                -23,80%

Mentre il 7-9-08 il governo americano nazionalizza Fannie Mae e Freddie Mac, ed inietta nel mercato 100 miliardi di dollari. Vengono licenziati gli amministratori delle 2 società.

13-14-9-08 Fallisce Lehman

Il tesoro nega qualsiasi aiuto alla Banca, nonostante ci fossero 2 banche pronte ad acquistarle, in quanto gli amministratori non sanno quantificare l’esposizione nei prodotti venduti. Vengono licenziati 13 mila dipendenti dalla sera alla mattina. ( Invece Alitalia…………).

14.9.08 Bofa compra Merrill Lynch.

Tramonta una storica firma di Wall Street. Con un’acquisizione di 50 miliardi di $, Bank of America, fondata da Amodeo Giannini, acquista Merrill. Nasce un colosso finanziario che avrà in gestione 2500 miliardi di asset. E’ la vittoria della banca commerciale retail sull’investment bank di New York.

Nel frattempo il petrolio scende ed arriva a quotare circa 95$, ed il cambio euro/$ scende a 1-44.

Adesso viene il bello, secondo me, l‘America svaluta la sua moneta in quanto ha un debito elevato, con questa crisi ha aumentato il suo debito, (vedi il fondo salva imprese, ha nazionalizzato le perdite), quindi dovrà svalutare ancora la sua moneta. Infatti basta vedere il balzo dei cambi da giovedi ad oggi. Però cosa succede, se vi ricordate il petrolio è arrivato a quotare 130-140$, con un cambio di 1, 56 sull’euro, allora se devono svalutare la moneta, per contenere il debito, aumenterà il prezzo del petrolio ? Questa correlazione avrà un disastro mondiale, il cane che si mangia la coda.

Stati con grandi disponibilità economiche, andranno in aiuto all’ America, per evitare il collasso mondiale.

E’ il sistema di quando una persona è indebitata fino al collo, e chiede aiuto a chi ha disponibilità. Che succede……………… ?

La Cina, India, compreranno l’America.

Aspetto Vs commenti in merito.


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