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Mp3

Posted on: 5 agosto 2008

Mp3 La storia

Sul finire degli anni Ottanta l’industria dell’audio e del video avvertiva la necessità de definire nuovi standard che potessero facilitare l’avvento della progressiva digitalizzazione delle informazioni.  Nel 1988 fu’ formato un gruppo di esperti con lo scopo di sviluppare standard per la codifica, elaborazione e riproduzione di audio e video; a questo gruppo fu dato il nome di Mpeg (Muving Picture Experts Group). L’MPEG utilizza per la codifica audio un modello psicoacustico elaborato nel corso degli anni da vari enti di ricerca fino ad arrivare ad avere l’attuale algoritmo di codifica /decodifica, il layer III. Si è partiti dalla considerazione che l’orecchio umano non è un dispositivo perfetto che riesce a percepire tutti i suoni anzi in particolare quelli compresi tra i 2 e 5 Khz ma non solo anche l’ampiezza (il volume) non è percepita in maniera lineare quindi eliminando le informazioni non necessarie si può risparmiare una consistente parete dello spazio di memorizzazione.

Nel periodo fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 si impose all’attenzione generale un nuovo supporto per la registrazione audio: il DAT, Digital Audio Tape, una microcassetta dotata di un nastro da 1/8 di pollice, come quello della Compact Cassette tradizionale, su cui però il segnale musicale veniva registrato in modalità digitale anziché analogica. Ma, sebbene il DAT fosse diventato lo standard di fatto dell’audio professionale, inspiegabilmente non riuscì mai a imporsi presso il grande pubblico, forse perché le grandi case produttrici non lo pubblicizzarono, nonostante la tecnologia digitale in quel momento fosse in piena espansione grazie alla recente introduzione dei CD. E’ un fatto, però, che in breve tempo due prestigiose multinazionali, Philips e Sony, presentarono al pubblico ciascuna un proprio supporto per dati audio consumer, alternativo al DAT; le tecnologie scelte per memorizzare i dati erano diverse, ma entrambe utilizzavano un formato digitale compresso. Nel 1991 Philips lanciò la DCC (Digital Compact Cassette), in cui l’audio veniva compresso di un fattore 4, cioè il file compresso aveva dimensioni pari al 25% dell’ofiginale, utilizzando un algoritmo denominato PASC (Precision Adaptive Sub-band Code); poco pi tardi Sony promosse il minidisc, una specie di floppy che immagazzinava dati audio ottenuti mediante un algoritmo, ATRAC (Adaptive Transform Acoustic Coding), che comprimeva di un fattore 5, per cui i dati venivano codificati con un numero di bit pari al 20% dell’originale. La DCC non ricevette il gradimento dei mercato e fu un fallimento completo, il minidisc esiste invece ancor oggi, ma non ha mai “sfondato”; ciò che conta è che Sony e Philips fecero la prova generale dei sistemi dedicati a codificare le tracce audio compresse dei video, anch’esso compresso, destinato alla trasmissione digitale e, successivamente, alla realizzazione dei DVD (Digital Video Disc o Digital Versatile Disc), che sarebbero stati i veri, grandi, business degli anni a venire. Infatti nel 1993 l’ISO pubblicò le specifiche audio di Mpeg-1; la loro sigla è 11172-3: in esse sono previsti tre diversi algoritmi di compressione e decompressione dei segnale, detti Layer: Layer i con fattore di compressione 4:1 Layer 2 con fattore di compressione compreso tra 6:1 e 8:1 Loyer 3 con fattore di compressione compreso tra 12:1 e 14:1 MP3, finalmente! Nel 1997 diventa operativo l’International Standard 1S0 13818, detto Mpeg-2, anch’esso diviso in tre Layer, e che presenta, rispetto alla release precedente, significative innovazioni. Per quanto riguarda l’audio, sono state introdotte le seguenti innovazioni importanti: la codifica non è più effettuata a partire dai due canali stereo tradizionali destro e sinistro, ma è multicanale, per consentire l’implementazione dell’Home Cinema, versione domestica dei Dolby Stereo cinematografico, che richiede 5+1 canali: anteriore destro, anteriore centrale, anteriore sinistro posteriori sinistro e destro per gli effetti speciali più un canale dedicato al subwoofer per la riproduzione dei bassi. La seconda innovazione riguarda la frequenza di campionamento dei segnali, che viene abbassata da 44,1 KHz a 24 KHz. In questo modo si perde qualcosa in fedeltà ma gli algoritmi di compressione e decompressione si semplificano notevolmente, a tutto vantaggio della velocità di trasmissione dei file compressi. Il Layey 3, meglio noto come MP3, si è rivelato straordinariamente adatto per far viaggiare file musicali su canali di trasmissione a capacità limitata, e quindi lenti, come quelli dedicati a Internet. MP3 è un formato aperto, le cui caratteristiche sono a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, e ciò contribuisce a spiegarne le attuali fortune. A partire dal 1998 l’ISO ha rilasciato nuove serie di specifiche volte a definire gli standard della compressione audio e video applicata ai nuovi media: TV digitale, DVD, Internet. Poiché il termine MP3, legato a Mpeg-2, ha avuto grande successo, la prima di nuove specifiche è stata battezzata Mpeg-4, e non Mpeg-3, per evitare confusione. Ecco l’elenco delle specifiche Mpeg, aggiornato a ottobre 2000: Mpeg-1 standard per video CD Mpeg-2 standard per digital television, DVD e Mp3 Mpeg-4 standard per multimedia sul Web Mpeg-7 multimedia content description interface Mpeg-21 iniziato a giugno 2000, dedicato al multimedia framework. Sisvel detiene il diritto di concedere licenze per l’uso di diverse famiglie di brevetti riguardanti lo standard MPEG Audio, il ben noto standard di conversione e compressione del segnale audio in forma digitale. Per ulteriori dettagli consultare: www.audiompeg.com http://www.mp3patents.com

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I nostri Mp3 Player con Marchio: Zoltrix e Creative, rientrano nella lista Sisvel, ed Iso 9001.

it.wikipedia.org/wiki/MP3

www.excite.it/search/mp3

www.kalauras.it/Mp3.php

www.freebsd.org/doc/it_IT.ISO8859-15/books/handbook/sound-mp3.html

www.libricom.it/player

www.zero9.it


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